Nella difficile battaglia per un mondo maggiormente ecocompatibile una voce importante è rappresentata dalla questione dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
L’abbandono di questi elementi comporta dei problemi, poiché solitamente sono composti di sostanze tossiche e non biodegradabili nell’ambiente. Per questo è fondamentale trattare correttamente questi materiali, presso centri adeguatamente attrezzati, come prevedono le leggi vigenti e destinarli al recupero differenziato dei loro componenti (ferro, rame, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio), evitando uno spreco di risorse per la costruzione di nuove apparecchiature, oltre al rispetto della sostenibilità ambientale.

La situazione nel panorama italiano

In Italia non tutte le regioni sono ugualmente efficaci nella raccolta dei RAEE: il podio è occupato dal Nord, con Lombardia, Emilia Romagna e Veneto in prima fila. Al momento in particolare difficoltà risultano Molise e Basilicata.

Quantum e lo smaltimento

Quantum, eseguendo progetti “chiavi in mano” di riqualificazione di impianti illuminotecnici, deve necessariamente occuparsi anche dello smaltimento dei vecchi impianti di illuminazione, rispondendo così alle specifiche prescrizioni normative e all’esigenza di gestire correttamente lo smaltimento dei corpi illuminanti che, come già detto, possono essere dannosi per l’ambiente in cui viviamo.

L’elemento cardine dell’impianto normativo nazionale sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche è il Decreto Legislativo 14 marzo 2014 n. 49, che recepisce la direttiva europea 2012/19/UE sui RAEE, entrata in vigore il 13 agosto 2012 in sostituzione delle direttive precedenti.

Fonti: gse.it