Annunciato dai mercati, ora arriva fino alle bollette di famiglie e piccole imprese. Il rincaro internazionale dei prezzi energetici cominciato in estate dal 1° ottobre sarà nella bolletta della corrente elettrica, +29,8%, e del metano, +14,4% – Il Sole 24 Ore 28 settembre 2021 di Jacopo Giliberto –
Nell’ultimo anno, il prezzo dell’elettricità in Italia e in Europa è aumentato in maniera considerevole. Questo è dovuto sia all’aumento dei prezzi di materie prime come gas e combustibili derivati del petrolio, da cui si genera in totale più della metà dell’elettricità prodotta in Italia, sia all’aumento dei costi per le aziende che producono energia.
Il fenomeno è diffuso a livello europeo con una forte crescita del prezzo dell’energia elettrica:
in Germania, scrive Bloomberg, è salito del 60 per cento da inizio anno, mentre in Spagna, dove i prezzi sono raddoppiati negli ultimi due anni, il governo (che aveva promesso di tagliare questi costi) ha dovuto tagliare le tasse sull’energia. In Regno Unito invece, le autorità hanno aumentato il tetto ai prezzi che i fornitori di luce e gas possono praticare.
L’aumento dei prezzi dell’energia osservato nell’ultimo anno è dovuto principalmente a due fattori.
Il primo fattore è l’aumento dei prezzi delle materie prime con cui si produce l’energia elettrica: petrolio e gas.
Da aprile 2020 ad oggi, il prezzo del petrolio – con cui si genera più di un quarto dell’energia consumata in Europa – è aumentato del 200%. In altre parole, costa ora 3 volte quello che costava un anno e mezzo fa: il prezzo del Brent, il greggio estratto dal Mare del Nord, è passato nello stesso lasso di tempo da 24$ a 73$ a barile.
Un aumento simile si è riscontrato nel prezzo del gas naturale, prima fonte di energia in Italia, dove si usa per generare circa il 40% dell’energia elettrica. Solo nel secondo trimestre 2021, il suo prezzo è salito del 30% rispetto al trimestre precedente, anche a causa di una diminuzione dei flussi importati dalla Russia.
Il secondo fattore è l’aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica (CO2) scambiati sull’Emission trading system (ETS) europeo: un mercato simile alla borsa, in cui le aziende scambiano i permessi per emettere CO2.
I permessi sono emessi dalle autorità europee in un numero limitato, perciò chi vuole emettere/inquinare più di quanto gli consenta la propria quota deve acquistare ulteriori permessi sul mercato da aziende maggiormente virtuose.
Questo sistema è stato introdotto nel 2005 per limitare l’emissione di gas serra da parte delle imprese europee, e fa in modo che coloro che inquinano di più trasferiscono denaro a coloro che inquinano di meno, incentivando la transizione verso fonti rinnovabili.
Da inizio anno, il prezzo del permesso per emettere una tonnellata di CO2 sull’ ETS è passato da
€ 3,70 € → a € 56,00, facendo aumentare i costi delle società che producono energia, le quali a loro volta li hanno scaricati sui consumatori.
Il numero di permessi viene ridotto ogni anno, è concreto che questo prezzo tenderà a crescere velocemente: si stima che possa arrivare a 85 euro entro il 2030.