Singapore (1°), Zurigo (2°) e Oslo (3°) sul podio dell‘IMD-SUTD Smart City Index (SCI) 2021, i dati rivelano come le popolazioni urbane stiano attribuendo un’importanza sempre più crescente ad aspetti legati alla salute e all’ambiente delle loro città soprattutto dall’inizio della pandemia di COVID-19.
Lo SCI classifica 118 città in base alle percezioni dei loro cittadini su come la tecnologia può migliorare le loro vite ma anche valuta aspetti economici e sociali presi dall’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite (HDI).
È il lavoro annuale congiunto dell’Institute for Management Development (IMD) e della Singapore University of Technology and Design (SUTD) rilasciato per la terza volta dal 2019.
I dati indicano che le preoccupazioni ambientali sono relativamente più alte nelle città più ricche mentre in tutto il mondo l’accesso ad un alloggio a prezzi accessibili rimane una priorità.
Anche la qualità dell’aria ed i servizi sanitari sono percepiti come basilari in gran parte delle città di tutto il mondo, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia.
Circa 15.000 abitanti delle città sono stati intervistati a livello globale nel luglio 2021, sono state poste loro 39 domande su le rispettive città focalizzate perlopiù in cinque aree chiave:
- salute;
- sicurezza;
- mobilità;
- attività;
- opportunità (lavoro e scuola);
- governance.
È stato chiesto loro come la tecnologia stia aiutando ad affrontare temi specifici come :
A) servizi di riciclaggio
B) sicurezza pubblica
C) inquinamento atmosferico
È stato anche chiesto loro di selezionare cinque aree prioritarie per la loro città da una lista di 15, oltre a 4 domande aperte, per esempio: “Pensi che la disponibilità di informazioni online abbia aumentato la tua fiducia nelle autorità?”
“Chiaramente il COVID ha cambiato il modo in cui i leader e i cittadini delle Smart Cities vedono le sfide future“, ha detto il professore di finanza dell’IMD Arturo Bris, che ha supervisionato il lavoro della classifica come direttore del World Competitiveness Center.
“Le emergenze ambientali rimarranno anche molto in alto nell’agenda delle città intelligenti, e questa è un’area in cui le aspettative dei cittadini e gli atteggiamenti talvolta ambivalenti nei confronti della tecnologia avranno bisogno di maggiore attenzione.”
“Non è solo la gestione urbana che viene rivisitata alla luce dell’esperienza della pandemia, anche il design e la pianificazione urbana devono essere adattati alle nuove sfide“, ha osservato Cheong Koon Hean, presidente del Lee Kuan Yew Centre for Innovative Cities alla SUTD.
Gli autori del rapporto sono convinti che in tutte le parti del mondo la rapida diffusione di COVID-19 tra le popolazioni urbane ha portato i leader delle città ad affrontare nuove responsabilità.
Tutto ciò è stato particolarmente visibile nei paesi in cui i governi centrali si sono dimostrati lenti se non riluttanti ad agire.
Spesso le città si sono dimostrate più agili dei governi centrali, con approcci innovativi adottati a livello comunale per organizzare attrezzature protettive, strutture mediche e campagne di vaccinazione.
A livello globale, i dati mostrano come nelle città intelligenti, la disponibilità di una forte cultura tecnologica e di una buona infrastruttura digitale abbia facilitato tali iniziative, in particolare attraverso il tracciamento dei movimenti e dei contatti dei cittadini.
“La pandemia ha visto un’accelerazione delle trasformazioni digitali ed ecologiche nelle città intelligenti“, ha detto Bruno Lanvin, presidente dell‘Osservatorio Smart City di IMD. “Questa accelerazione sta ridefinendo atteggiamenti cosìdetti resilienti, ormai sempre più un obiettivo locale“.
Le città che sono state viste gestire le sfide COVID in modo efficiente ed efficace si classificano in alto nel rapporto Singapore (1°) e Taipei City (4°).”
“Ma le dimensioni non sono necessariamente un vantaggio per le città intelligenti“, ha aggiunto, “vediamo nell’indice 2021 come città di medie dimensioni quali Oslo (3°), Losanna (5°), Ginevra (8°) e Bilbao (10°) stanno ottenendo risultati notevoli.”
Volendo riportare la riflessione alla nostra realtà nazionale, vediamo Bologna (77°), Milano (81°) e Roma (112°) purtroppo nella parte medio-bassa della classifica.
Probabilmente il ranking non così entusiasmante dovrebbe farci riflettere sul “lavoro da fare” nell’immediato futuro per garantirci prospettive di vivibilità all’altezza della complessità e delle sfide ambientali imminenti.
Fonte: www.sutd.edu.sg