È finalmente stato firmato il Decreto attuativo definitivo, grazie al quale, nei prossimi giorni, sarà possibile attivare le pratiche per accedere ai benefici fiscali del Piano Nazionale Transizione 5.0. Dopo l’approvazione della Corte dei Conti, che ha recepito alcune modifiche e integrazioni, chieste anche dagli Ordini professionali, il documento, firmato dai Ministri Urso e Giorgetti, verrà pubblicato a breve nella Gazzetta Ufficiale.
Lo aveva annunciato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il webinar organizzato da Unioncamere e Il Sole 24 ORE in data 25 luglio. In questa occasione il Ministro ha sottolineato come l’Industria 5.0 mira a spingere ulteriormente la trasformazione digitale e sostenibile delle imprese italiane, proseguendo e ampliando le iniziative dei precedenti piani Industria 4.0.
Il piano prevede un investimento complessivo di €12,7 miliardi, destinati a incentivare le imprese verso una produzione più ecologica e meno dipendente dai combustibili fossili.
Come è stato detto durante il webinar da Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 ORE: “Non può esserci Transizione 5.0 senza la transizione energetica”.
Obiettivi
Gli obiettivi del piano di Transizione sono stati esposti dal Ministro Urso durante il webinar:
- Accelerare la digitalizzazione delle imprese: favorire l’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e la robotica avanzata;
- Promuovere la sostenibilità ambientale: incentivare soluzioni che riducono l’impatto ambientale e promuovono l’uso efficiente delle risorse;
- Potenziare le competenze: migliorare le competenze digitali e manageriali dei lavoratori attraverso la formazione continua;
- Supportare l’innovazione: favorire la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e processi produttivi innovativi.
Beneficiari
Come spiegato da Marco Calabrò, Capo della Segreteria tecnica del Mimit, il piano è destinato a tutte le imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive sul territorio nazionale, all’interno di progetti innovativi finalizzati a ridurre i consumi energetici.
Non vi sono restrizioni per forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale: caratteristiche che rendono Transizione 5.0 cumulabile con altre agevolazioni (escluse Industria 4.0, ZES e ZLS) in quanto non costituisce un aiuto di stato. Sono escluse solo le imprese in difficoltà finanziaria o con sanzioni interdittive.
È anche importante sottolineare come il rispetto delle direttive sulla sicurezza del lavoro ed il pagamento dei contributi dovranno essere confermati per cinque anni, pena la revoca del beneficio.
Beni Strumentali Incentivati
Per accedere agli incentivi, è necessario soddisfare le seguenti condizioni:
- Effettuare investimenti in beni strumentali materiali e immateriali indicati negli allegati A e B del Piano Transizione 4.0;
- Questi beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura;
- Inserire i beni in un progetto di innovazione che comporti una riduzione dei consumi energetici pari almeno al 3% dei consumi energetici della struttura produttiva o al 5% dei consumi energetici dei processi interessati.
L’allegato B, dedicato ai software, è ampliato, includendo software, sistemi, piattaforme o applicazioni per l’intelligenza degli impianti che monitorano i consumi energetici e l’energia autoprodotta, introducendo meccanismi di efficienza energetica. I software gestionali, purché acquistati all’interno di un progetto di innovazione che preveda anche software in grado di monitorare i consumi energetici, diventano quindi investimenti trainanti.
Se un investimento in beni 4.0 genera risparmio energetico, si applicano le norme del Piano Transizione 5.0 in termini di tempistiche e modalità di fruizione dell’incentivo. Il Piano Transizione 4.0 rimane valido per investimenti che non generano risparmio o generano risparmio al di sotto delle soglie minime previste dal Transizione 5.0.
Aliquote
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Oneri Documentali
Le imprese devono rispettare specifici requisiti documentali, da presentare tramite la piattaforma dedicata del GSE, per accedere agli incentivi:
- Documentazione tecnica: dettagli sui beni strumentali acquistati, con specifiche tecniche e certificazioni di conformità.
- Piano di investimento: descrizione dettagliata del progetto di trasformazione digitale, con obiettivi, tempi di realizzazione e impatti previsti.
- Relazioni periodiche: report trimestrali sull’avanzamento del progetto, evidenziando i progressi e le eventuali criticità.
Chi può certificare il risparmio energetico
Nella prima versione della Decreto Legge, tra i soggetti abilitati erano stati inseriti anche Esco ed Ege, un elenco al quale si sono poi aggiunti la maggior parte degli ingegneri iscritti all’Ordine. Nella nuova versione, secondo Calabrò, saranno però aggiunti anche gli ingegneri e i periti con una comprovata esperienza specifica nell’efficientamento industriale e non solo in quello degli edifici.
Conclusione
Il Piano di Transizione Industria 5.0 rappresenta un passo fondamentale per il futuro dell’industria italiana, con l’obiettivo di renderla più competitiva, sostenibile e all’avanguardia a livello globale. Le imprese italiane sono chiamate a cogliere questa opportunità per investire in tecnologie innovative e sostenibili, rafforzando la propria posizione nel mercato internazionale.
Nell’attesa che il decreto attuativo venga pubblicato ufficialmente sulla Gazzetta Ufficiale, rimandiamo ai seguenti link del Ministrero delle Imprese e de Made in Italy: Link 1 e Link 2
Fonti: ilsole24ore.com, innovationpost.it, leasenews.it, fiscoetasse.com, industry.itismagazine.it